Ambiente, i cacciatori diventano Paladini del Territorio
I cacciatori italiani diventano paladini del territorio e si confermano parte attiva nella azione di custodia e tutela di aree che altrimenti rischierebbero l’abbandono. Da gennaio a oggi più di 4.500 cacciatori di tutta Italia appartenenti a circa 130 diverse sezioni venatorie, si sono mobilitati organizzando iniziative di volontariato di vario genere. L’iniziativa si chiama proprio “Paladini del Territorio”, con obiettivo la tutela dell’ambiente e della biodiversità e l’impegno del mondo venatorio di custodire la natura ed i suoi equilibri. Tante le azioni concrete attuate: dalla manutenzione delle aree verdi alla raccolta di rifiuti dispersi nell’ambiente naturale, dalle attività di divulgazione in collaborazione con scuole ed enti locali alle iniziative di supporto a progetti scientifici, come i censimenti, o di supporto ad eventi sociali come le iniziative dedicate ai ragazzi disabili. L’iniziativa promossa da Fondazione Una – Uomo, Natura, Ambiente nell’ambito dell’Operazione Paladini del Territorio, con il supporto delle associazioni venatorie Federcaccia, Enalcaccia e Arcicaccia, vede quest’anno il progetto evoluto a una vera e propria piattaforma utile ad accogliere tutte le iniziative di volontariato. In tal modo si amplifica l’impatto dell’attività di volontariato della comunità venatoria, mettendo a sistema tutte le iniziative organizzate, non limitandosi, dunque, alle attività di manutenzione delle aree verdi, ma considerando tutte le azioni ad impatto positivo compiute dai cacciatori per la propria comunità e il proprio territorio.
“Il successo che Operazione Paladini del Territorio sta riscontrando anche quest’anno, per il terzo di fila e con risultati sempre più positivi – ha detto all’Adnkronos Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione Una – è la conferma della volontà da parte dei cacciatori di essere un punto di riferimento per le comunità locali entro le quali sono inseriti. Operare per il bene del territorio e dell’ambiente è lodevole, ma non è abbastanza, se non si inserisce questa volontà di azione entro una riflessione più completa, che comprenda anche il benessere delle comunità che, questo territorio e questo ambiente, li vivono. In questo senso, si concretizza il ruolo sociale del cacciatore moderno in cui, come Fondazione, crediamo”.